Continua a mietere consensi la proposta del presidente di Confindustria, Aldo Bonomi, in merito al Superbonus e alla cessione dei crediti. All’insegna della “solidarietà tra imprese”, Bonomi ha detto che l’industria è pronta a farsi carico dei crediti incagliati. Di fatto, acquistandoli. Una mano tesa anche al Governo, che dovrebbe creare le “condizioni affinché si possano fare cessioni di primo grado tra privati”. A quel punto, si potrebbe “individuare una classe di imprese”, per solidità economica, che “potrebbero acquistare i crediti che ora sono fermi”. Il numero uno di Confindustria ha ribadito che il sistema imprenditoriale ha uno spazio fiscale di 54 miliardi all’anno. “Spero che qualcuno colga questa nostra disponibilità”. Una proposta che coglie il parere favorevole dell’Agenzia delle Entrate e di OICE.
Superbonus e cessione crediti: l’Agenzia delle Entrate
Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, esprime parere favorevole alla proposta di Bonomi: “La possibilità del mondo industriale, bancario, assicurativo di riassorbire parte dei crediti fiscali che in questo momento sono nei cassetti fiscali di soggetti cessionari, garantirebbe la possibilità di una rimessa in circolo di risorse finanziarie”. “Attualmente – ha precisato Ruffini – sono state comunicate all’Agenzia delle Entrate circa 13,5 milioni di operazioni, per crediti sorti e ceduti tramite la piattaforma, per un controvalore di quasi 111 miliardi”. Non si tratta, secondo Ruffini, di crediti incagliati. Ma di “crediti che si trovano nei cassetti fiscali dei singoli cessionari che potranno utilizzarli in compensazione delle proprie imposte tempo per tempo. Dai 4 ai 10 anni a seconda della tipologia del credito. Le imprese di costruzione hanno già nei propri cassetti fiscali circa 19 miliardi di euro”.
La posizione di OICE
A rafforzare i concetti di Confindustria ci pensa OICE, l’associazione delle società di ingegneria e architettura. Per il presidente Giorgio Lupoi “è molto positiva e assolutamente da condividere negli obiettivi e nei contenuti la proposta del Presidente Bonomi. Così come lo sono le dichiarazioni di Ruffini che ha incoraggiato la proposta”. Ora bisogna passare ai fatti. “Il tempo è ormai condizione fondamentale e decisiva per evitare il fallimento delle imprese e dei progettisti impegnati in questi interventi ad oggi bloccati e senza un futuro di certezze – ha aggiunto Lupoi -. Alla luce del decreto 11, che ha sostanzialmente eliminato la responsabilità solidale, non vediamo neppure quali ostacoli si interpongano a una proficua operatività diretta tra cedenti e cessionari finali (in questo caso il settore industriale). Senza necessità di intermediazioni”.
I crediti incagliati
Si sofferma sul concetto di “crediti incagliati” il coordinatore del Gruppo di lavoro Superbonus e coordinatore OICE Abruzzo, Fabio Tonelli. Per il professionista “è necessario fare riferimento ai crediti prodotti e rendicontati nei cassetti fiscali di imprese, professionisti e cittadini che non trovano cessionari. Ossia a quei crediti in corso di produzione per cantieri in esecuzione, oltre ai crediti che sono stati oggettivamente maturati, ma che non potranno essere reclamati perché i cantieri non partiranno o non ripartiranno”. Ecco perché secondo Tonelli ai 19 miliardi indicati da Ruffini, vanno sommati quelli presenti nel cassetto fiscale. “Ora per attivare la diretta operatività fra cedenti e cessionari possono essere messe sul tavolo soluzioni operative diversificate per le diverse esigenze dei cessionari. Per questo siamo a disposizione dei colleghi di Confindustria, sia a livello territoriale sia nazionale per renderle esecutive”.