Le banche riaprono alla cessione del credito, ma ci sono dei paletti e requisiti da rispettare. Ecco quali.
L’acquisto da parte di Unicredit può riguardare qualsiasi credito che deriva da bonus edilizio con importo compreso tra 10.000 e 600.000 euro. Ovviamente la cessione ha un costo per chi vende che si vedrà riconoscere una percentuale minore di credito nominale spettante.
Dopo l’iniziativa di Unicredit, altri istituti di credito si uniscono con prudenza anche altri istituti di credito.
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Nulla da fare per i privati
Per ora la riapertura alla cessione del credito non riguarda i privati che ad oggi non sono riusciti a cedere i propri crediti con lo sconto in fattura o con la cessione. Avranno tempo fino al 30 novembre 2023 per trovare un soggetto qualsiasi, anche non necessariamente una banca, che sia disposto ad acquistare i loro crediti e a inviare la relativa comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Tutto questo con la remissione in bonis e pagando una sanzione penale di 250 euro.
Per chi non riuscirà a cedere il proprio credito, purtroppo, le uniche vie percorribili che restano sono:
- detrazione diretta in dichiarazione dei redditi 2023 in 4 anni;
- detrazione diretta in dichiarazione dei redditi 2024 in 10 anni.
In tutto ciò va tenuto presente che chi ha poca capienza fiscale e sceglie la detrazione in 10 anni, deve, per forza di cose, saltare un anno e non chiedere la detrazione nella dichiarazione di quest’anno, ma attendere quella del prossimo anno.
Quali banche fanno ripartire la cessione?
Non è solo Unicredit a riaprire all’acquisto della cessione del credito. Con prudenza anche altre banche, si riavvicinano alla ripartenza della cessione.
In particolare:
- Bpm ha previsto di ritirare circa 3,5 miliardi di euro dai crediti incagliati;
- Poste Italiane si dichiara pronta a tornare sul mercato già nel prossimi giorni;
- Intesa San Paolo cerca di liberare spazio fiscale effettuando operazioni di ri-cessione dei crediti, l’ultima delle quali alla Luiss, ma l’intenzione è quella di dar vita a nuove operazioni solo quando sarà in grado di garantire l’intera copertura dei crediti;
- Crédit Agricole sta lavorando con aziende partner per aumentare la capacità fiscale per cedere i crediti già acquistati a controparti e poter, così, tornare in pista, già da aprile, per l’acquisto di altri crediti con risorse crescenti man mano che i vecchi verranno ceduti a terzi;
- Finanza-Tech mette a disposizione diverse proposte, per alcune è richiesto il rilascio preventivo della Comfort letter, si tratta di un documento generalmente redatto da studi legali attestante la regolarità tecnica della documentazione del progetto. Finanza-Tech richiede che tale Comfort letter sia emessa da una BIG 4 (EY, KPMG, PWC, Deloitte). Il pagamento viene eseguito in 4 tranche e in base alla proposta a cui aderisce il cliente, la percentuale di acquisto del credito oscilla tra il 74% e il 78%. Anche Finanza-Tech per ora opera solo con aziende e non con privati, anche se sul sito annuncia che non è preclusa tale possibilità per il futuro;
- Si unisce anche la Cassa di Risparmio di Bolzano – Sparkasse che mette a disposizione un plafond di 20 milioni di euro a favore di imprese e famiglie che hanno già maturato crediti di imposta derivanti da Ecobonus e Superbonus. L’importo minimo cedibile è di 10.000 euro e il massimo 500.000 euro;
- Enel X è pronta a riaprire la piattaforma per la cessione del credito. Agisce in qualità di partner privato del Governo al fine di sbloccare i crediti incagliati..
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Ovviamente, in tutti i casi, si parla di crediti maturati nel corso del 2022, e sempre da imprese edili, professionisti e artigiani che ne sono venuti in possesso applicando lo sconto in fattura perché come accennato prima, al momento, i privati restano esclusi da queste operazioni.
Per conoscere quali sono gli intermediari che stanno riaprendo le piattaforme per la cessione del credito c’è la piattaforma SiBonus che nasce dalla collaborazione tra Infocamere e Confartigianato e mira a far incontrare offerta e domanda per la cessione del credito.